e il terzo giorno affogammo in un mare di the caldo.

Bene o male, ci siamo.
Forse il minestrone del pranzo non era poi così affidabile, ma visto e considerato che oltre al pasto consumato al tavolo della cucina oggi null’altro varcherà la buia soglia della mia bocca, direi che ci siamo.

Ieri sera ho sentito le parole magiche.
Si beccano l’appellativo di “parole magiche” tutte quelle orribili frasi che non mi si dovrebbero mai dire.
Quand’ero più piccola erano i bambini in piscina, poi i ragazzetti alle medie, successivamente occhiate significative – ipocrisia delle scuole superiori – poi, come una regressione in piena regola, sono nuovamente frasi dette ad alta voce secondo il principio del “superata la soglia dei vent’anni dovresti aver amalgamato autoironia a sufficienza per essere cosciente di ciò che sei. Non dovresti prendertela”.

Il punto è che io non sono ancora cresciuta in questo senso.
Non riesco a non prendere le cose seriamente.
Non riesco a non pensare “Si vive una volta sola, e se proprio devo vivere, almeno vorrei vivere da magra – cazzo”.
( Il “cazzo” è licenza poetica )

Ieri sera la frase è stata

“Non eri vegetariana, tu? E da dove arrivano queste cosciotte di pollo?”

disse il mio dolce ragazzo palpandomi gambe e fondoschiena.

Guarda.
Io ti amo.
Però queste cose non dovresti proprio dirmele.
No.
Neanche sorridendo come uno scemo e baciandomi la fronte.
No.
Nemmeno palpandomi le tette compiaciuto del fatto che i biscotti delle abbuffate di questa settimana siano finiti tutti lì.
No.
Questo non puoi farmelo.

Se ieri sera infilandomi la minigonna che appena sette giorni fa sembrava starmi bene,
ho chiaramente pensato

“Sei una stupida troia grassa”

( e siamo a numerodue parolacce. Sono davvero volgare, scusate )

Dicevo,
se ieri sera prima di uscire ho pensato questo, direi che no. Non dovevi davvero pronunciare frasi che vanno a confermare tutti i sospetti.

E no, questa sensazione di macigno sullo stomaco che ho da tre giorni non se ne vuole andare.
Come se da tre giorni il mio stomaco abbia deciso di scioperare e non farmi digerire più niente.
Non ce la fa, dico sul serio.
Sento una specie di schifosa sensazione a metà della gola, come un boccone che necessita di acqua per esser spinto di sotto.
E invece bevo e bevo. E non se ne va.
Mi tasto la schiena e sento che va leggermente meglio di ieri. Ieri ho fatto cyclette, mattina e sera. Ho fatto esercizio, ho camminato. Ieri dopo l’abbuffata da 500kcal del primo mattino non ho mangiato nient’altro.
No, non me lo meritavo.

Non sono comportamenti che normalmente assumerebbe una signorina per bene.
Voglio avere l’eleganza di un cigno.
Voglio che tutti possano vedere quanto la mia pelle sia candida ed eterea, intoccabile e fragile – al tempo stesso così affascinante e maestosa da poter spiccare il volo.
Voglio che questo corpo si allegerisca in fretta della zavorra che stupidamente ho introdotto.
Voglio raccogliere tutti i miei pezzi e librarmi sopra le nuvole.
Voglio che i bambini mi additino, voglio che spalanchino le bocche e facciano volar palloncini colorati aprendo la mano per la sorpresa.
Voglio palline che si rovesciano dai coni gelato, voglio toccare gli acquiloni e rubare una piuma ad un passerotto.
Voglio liberarmi del peso di questi vincoli umani e assaporare il gusto della cultura, della sapienza e dell’onniscienza.

Se dovessi morire, è là che vorrei stare.
Un’immensa stanza piena di libri, film, musica e documenti sull’umanità. Studiarla dal di fuori per riuscire a vedere quanto insignificanti siano tutte le nostre problematiche.
Sì, comprese le mie.

Ed ora capirete perchè, ogniqualvolta mi si venga a chiedere “Cosa farai da grande?” o “Qual è il tuo sogno nel cassetto?”, io sia regolarmente costretta a mentire.

nuvole


2 responses to “e il terzo giorno affogammo in un mare di the caldo.

  • »Juno.

    Potrei dirti che 50 kg sono oggettivamente un peso per cui è impossibile possedere un paio di cosce della grandezza del cetaceo bianco più famoso al mondo, ma a quale scopo? In fondo mi ritrovo a pensarla al tuo stesso modo riguardo me stessa almeno un giorno sì e l’altro pure… Vorrei però provare a ragionare con te. Ti sei sentita abnorme perché nonostante il tuo corpo sia rimasto lo stesso indipendentemente dalla quantità di cibo in più che hai introdotto in alcuni istanti, ti sei riempita di cibo e non di ciò di cui realmente necessiti. Parlo del cibo per la propria anima, per il proprio Io. Il tuo ragazzo, con quella frase, ha aumentato il carico sul senso di fallimento che esplodeva al tuo interno…
    Vorrei però anche cortesemente pregarti di non rubarmi più le idee dalla testa, lol. Leggere qualcosa di te e scoprire me è una sensazione che non riesco a spiegare, mi rende quasi instabile.
    E al di là di tutto, di ossa, carne, anoressia, binge, bulimia e chi più ne ha più ne metta, sono estremamente convinta tu sia realmente bellissima. Le parole meravigliose che chiudono questo post non possono non incidere sulla tua estetica, perché l’eleganza del cigno la possiedi nel tuo profondo…

    Ti abbraccio forte,
    Juno

  • Alaska

    uack. cara adoro la tua ironia nel pezzo dove il tuo ragazzo ti chiedeva se non eri vegetariana. ahah.
    vedrai che le abbufate con un po’ di impegno le elimini subitissimo.
    anche io odio la sensazione di pienezza nello stomaco. fai un giorno di liquid day e poi ricomincia la dieta. o almeno io faccio così.
    lo so tutto questa vita e vivere e amare e mangiare è dura e insopportabile, ma ce la faremo come tutti.
    (L)
    ti sono vicina.
    alaska

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